Prezzo del petrolio in aumento: cosa sta succedendo e cosa aspettarci
Prezzo del petrolio in aumento: cosa sta succedendo e cosa aspettarci
Da giugno, il prezzo del petrolio continua ad aumentare, sorprendendo molti. Ma cosa sta guidando questa crescita e quando potrebbe arrestarsi? La risposta è una combinazione di fattori complessi legati alla domanda e all’offerta.
Guardando alla domanda, sembra controintuitivo che il prezzo stia aumentando dato il rallentamento economico, specialmente in Cina, il principale importatore di petrolio. Le importazioni cinesi sono diminuite drasticamente, causando una flessione del 20,8% nelle importazioni di greggio. Questo declino è principalmente dovuto al calo nel settore manifatturiero, un segno di possibili difficoltà a breve termine.
Inoltre, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha abbassato le prospettive di crescita globale, prevedendo un modesto aumento del 2,8% nel 2023. Questo scenario non sembra favorevole per la domanda di petrolio.
Ma se la domanda sta rallentando, perché il prezzo sta salendo? Questo è dovuto all’alleanza OPEC+, che rappresenta una grande parte della produzione mondiale. Essi hanno deliberatamente ridotto la produzione per contrastare la prevista diminuzione della domanda. L’Arabia Saudita, ad esempio, ha tagliato la produzione di un milione di barili al giorno, mentre la Russia ha annunciato tagli da 300 mila barili al giorno.
Nonostante ciò, l’offerta globale potrebbe comunque scendere nei prossimi mesi. Gli Stati Uniti hanno persino iniziato a utilizzare le loro riserve strategiche di petrolio per stimolare la produzione, segno che l’offerta potrebbe diventare un problema.
Tuttavia, gli analisti concordano che l’attuale aumento dei prezzi potrebbe non durare a lungo. Le incertezze economiche globali e il rallentamento in Cina potrebbero mettere freno alla crescita della domanda. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) prevede un prezzo target di $75 al barile entro la fine del 2024.
In definitiva, l’attuale aumento dei prezzi del petrolio è guidato da una serie di fattori complessi legati alla domanda e all’offerta. Mentre l’OPEC+ cerca di bilanciare il mercato attraverso tagli alla produzione, le incertezze economiche globali potrebbero alla fine limitare la crescita dei prezzi nel medio termine.
Cripto-attività: guadagni e rischi dell’investimento
Investire in cripto-attività ha fatto guadagnare a molti, ma è fondamentale essere consapevoli dei rischi. Chi ha acquistato in momenti favorevoli ha visto crescere il proprio capitale, mentre chi ha comprato durante picchi di prezzo si trova ora in perdita.
L’illustre investitore Warren Buffett ci ammonisce riguardo alla sottile linea tra investimento e speculazione. Questa differenza diventa ancora meno chiara durante fasi di euforia finanziaria, quando l’illusione di facili guadagni può compromettere la razionalità degli investitori. La corsa ai profitti può farci comportare come Cenerentola, sperando di lasciare la festa prima che i prezzi crollino, ma l’orologio potrebbe segnare l’arrivo della mezzanotte senza preavviso.
Le cripto-attività sono rischiose e spesso assimilabili al gioco d’azzardo. La Banca d’Italia e la Consob hanno ribadito che non sono adatte alla maggioranza dei consumatori né come investimento né come pagamento. Ottenere cripto-attività è facile, ma comprendere il loro valore e rischi non è altrettanto semplice.
La regola d’oro di qualsiasi investimento non cambia e vale ancora di più per gli investimenti in cripto-attività: investi solo ciò che puoi permetterti di perdere.
I rischi sono molteplici. Solo per citarne qualcuno: l’alta volatilità è solo uno dei rischi. La solidità degli emittenti, il funzionamento delle piattaforme di scambio e i rischi legati alle credenziali di accesso sono altri fattori da considerare. Nonostante le regolamentazioni come il Regolamento europeo sulle cripto-attività (MiCAR), che mirano a rendere il settore più trasparente, è necessario essere cauti.
Esplorando gli investimenti in obbligazioni: rischi e rendimenti
Sogniamo tutti di far crescere i nostri risparmi nel tempo, proteggerli dall’inflazione e dalla perdita. Ma, sfortunatamente, nel mondo finanziario, rendimento e rischio sono legati: per ottenere guadagni, dobbiamo accettare un certo grado di rischio.
Ecco alcune chiavi per comprendere e gestire i rischi finanziari, partendo dall’investimento in obbligazioni.
Le obbligazioni, nonostante il nome possa intimorire, sono strumenti di investimento semplici. Quando acquistiamo obbligazioni, stiamo prestando denaro a chi le emette, come uno Stato o una società. L’emittente è obbligato a restituire l’importo prestato più interessi alla scadenza dell’obbligazione. Ad esempio, se investiamo 100 euro in un’obbligazione con un tasso d’interesse annuo del 3%, avremo diritto a ricevere 3 euro di interessi all’anno (al lordo della tassazione) più il rimborso di 100 euro alla scadenza.
Tuttavia, il rischio di credito è presente. Questo è il rischio che l’emittente non riesca a restituire i soldi, causando una perdita per gli investitori. Se, ad esempio, una società emette obbligazioni e poi dichiara bancarotta, gli investitori potrebbero perdere parte o tutto il loro investimento.
Per minimizzare questo rischio, è essenziale valutare l’affidabilità dell’emittente. Aziende solide con stabilità finanziaria sono meno rischiose rispetto a quelle con debiti elevati e situazioni instabili.
Ma come si valuta il rischio extra che assumiamo rispetto al cosiddetto “tasso privo di rischio”?
Immagina il “tasso privo di rischio” come una base. Poi, immagina strati sovrapposti, rappresentanti i premi per il rischio. Titoli di Stato a breve scadenza offrono rendimenti relativamente bassi e a basso rischio. Quindi, c’è solo un “mattoncino” rappresentante il rendimento.
Con i titoli di Stato a lunga scadenza, lo spread inizia a manifestarsi. A questo punto, hai due “mattoncini”: il rendimento base e un premio per il tempo extra necessario per l’investimento. Maggiore è la scadenza, maggiore è il rischio di eventi imprevisti.
Passando alle obbligazioni corporate, cioè emesse da aziende private, lo spread diventa più pronunciato. Qui, hai tre “mattoncini”: il rendimento base, il premio per il tempo e un ulteriore premio per il rischio più alto legato alle società private.
Ogni rendimento comporta un rischio. Diffida da promesse di guadagni elevati a basso rischio. L’equilibrio tra rischio e rendimento è essenziale. Educarsi e fare scelte ponderate è la chiave per affrontare il mondo degli investimenti.
Abbiamo analizzato il rendimento dei BTP con scadenza compresa tra 1 e 10 anni da oggi.
Il prezzo di mercato dei BTP in questa analisi è aggiornato a 24 Agosto 2023.
Il rendimento netto viene calcolato assumendo che il BTP venga acquistato oggi al prezzo di mercato
e tenuto fino a scadenza, e tiene conto dell’eventuale tassa sul capital gain del 12.5% e
dell’imposta di bollo del 0.2% annuo.
Il rendimento netto annuo dei BTP a tasso fisso con scadenza residua ad 1 anno è del 3.07%,
mentre i BTP con scadenza residua a 10 anni rendono il 3.44% netto.
Il grafico sottostante mostra come varia il rendimento annuo dei BTP a tasso fisso in base al loro tempo residuo:
In questa sezione, troverete una selezione accurata dei BTP italiani con il rendimento netto più elevato alla scadenza.
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