La discesa dell'inflazione e le mosse delle banche centrali
La discesa dell’inflazione e le mosse delle banche centrali
La discesa dell’inflazione e le mosse delle banche centrali continuano a tenere banco sui mercati, azionari e obbligazionar.
Vediamo cosa è successo nell’ultima settimana.
Secondo le stime preliminari dell’Istat, a ottobre 2023 l’Italia ha registrato un calo significativo nell’indice nazionale
dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC). L’inflazione, misurata su base annua, era stata del +5,3% a Settembre,
mentre secondo le stime preliminari è scesa al +1,8% ad Ottobre. Questo è il livello più basso dal luglio 2021.
La distorsione statistica nel confronto con Ottobre 2022
La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa
decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono
forti aumenti dei prezzi del comparto.
In sostanza, la drastica discesa del tasso di inflazione misurato su base annua ad Ottobre 2023 è in parte dovuto alla base
di confronto eccezionalmente alta di Ottobre 2022, creando così una distorsione statistica nell’analisi dell’andamento dei prezzi.
Europa e Stati Uniti
Non è solo l’Italia a beneficiare di questa tendenza. Anche nell’Eurozona, l’inflazione è scesa al 2,9% a ottobre,
rispetto al 4,3% di settembre e al 5,2% di agosto.
Anche negli Stati Uniti l’inflazione è in discesa rapida, avvicinandosi all’obiettivo prefissato del 2%, mentre il PIL
cresce sopra le aspettative, segnando un +4,9% su base annua (+1,2% trimestrale). Il mercato del lavoro statunitense
rimane robusto, con il tasso di occupazione in crescita. Questa serie di dati sembrerebbe indicare un possibile
“atterraggio morbido” per l’economia statunitense. Tuttavia, è ancora presto per cantare vittoria.
L’accelerazione inaspettata del PIL, con un aumento del 4,9% e un +1,2% trimestrale, è stata considerata eccezionale,
ma non rappresenta necessariamente una nuova tendenza. Questo risultato è stato influenzato da diversi fattori, come
la crescita dei consumi, il sostegno delle spese pubbliche e l’aumento delle scorte. Tuttavia, non è garantito che questa
dinamica si ripeterà nei prossimi trimestri.
Un altro elemento da considerare è l’inflazione, misurata dall’indice Pce preferito dalla Federal Reserve. Sebbene sia
scesa a Settembre, come per Italia ed Eurozone, una parte del calo è imputabile all’effetto base dovuto all’aumento dei
prezzi nel 2022.
Un aspetto interessante è il mercato del lavoro. Nonostante l’aumento dei tassi di interesse, il mercato del lavoro rimane
robusto. Le aziende, che hanno visto crescere i margini, sono ora più caute nel processo di licenziamento e assunzione,
specialmente considerando la scarsità di competenze. Questo fenomeno potrebbe suggerire che le restrizioni finanziarie
non hanno ancora avuto un impatto significativo su tutta l’economia.
La FED lascia i tassi invariati
Il calo dell’inflazione, ma un mercato del lavoro ancora apparentemente robusto, ha portato la Federal Reserve a
mantenere i tassi d’interesse invariati al 5,25-5,50% per la seconda volta consecutiva. La scelta unanime del Federal
Open Market Committee pone l’attenzione sulla riunione chiave del 13 dicembre, quando nuovi rialzi potrebbero essere considerati.
L’impatto sui mercati azionari
Il calo dell’inflazione e la pausa della FED ha gettato un’ancora di stabilità nei mercati finanziari. L’annuncio della FED
ha suscitato una reazione positiva a Wall Street, che registra la migliore settimana dell’anno con rialzi di circa il 5%.
Gli investitori sembrano scommettere sulla decisione della Banca centrale statunitense di non modificare i tassi fino al 2024,
sebbene Jerome Powell, presidente della Fed, abbia sottolineato la possibilità di nuovi rialzi in base ai dati economici.
Anche le Borse europee chiudono una settimana eccezionale, con cinque rialzi consecutivi. Il FTSE MIB di Milano guida
la corsa con un aumento del 5,1%, segnando uno dei progressi più significativi dall’inizio dell’anno. Altri indici continentali
come l’Ibex 35 di Madrid, il Cac 40 di Parigi e il DAX di Francoforte non sono da meno, registrando guadagni tra il 3,4% e il 4,7%.
Rendimento dei Titoli di Stato in calo
I rendimenti dei Titoli di Stato sono diminuiti significativamente rispetto ad una settimana fa. Facendo un semplice
confronto dei BTP a tasso fisso, il rendimento netto del BTP in scadenza a 1 anno è passato dal 3,26% a 3,11%,
mentre il rendimento netto del decennale è sceso dal 4,03% al 3,67%.
Il calo del rendimenti è stato generalizzato e si è registrato per tutte le scadenze. Il grafico mostra i rendimenti
ad oggi:
Dati aggiornati a 3 Novembre 2023.
Il rendimento netto viene calcolato assumendo che il BTP venga acquistato oggi al prezzo di mercato
e tenuto fino a scadenza, e tiene conto dell’eventuale tassa sul capital gain del 12.5% e
dell’imposta di bollo del 0.2% annuo.
Novità: grafico prezzo di mercato
Non passa settimana nella quale non abbiamo un annuncio da fare, e anche questa settimana non deludiamo le attese.
Sul sito di Oltre Risparmio abbiamo introdotto il grafico del prezzo di mercato dei Titoli di Stato, disponibile
nella pagina dei singoli BTP e Treasury USA.
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